venerdì 20 marzo 2015

Il "Mio Contratto"

Sono nervoso, molto nervoso, terribilmente nervoso.

Per me è la seconda volta che lo faccio. Sono preoccupato. Non so come andrà a finire, non so cosa mi dirà alla fine. Tutto ciò mi preoccupa ed è per questo che sono terribilmente nervoso.

Parcheggio lontano. Qualche centinaio di metri dal palazzo. Distanza sufficiente per fare due passi, per calmarmi un po’ prima di arrivare al portone.

Non bastano, 200 metri non bastano.

Mi volto indietro e mi guardo intorno prima di suonare. È  come se mi sentissi osservato.
Cerco nervosamente il pulsante e lo pigio forte. Non mi aspetto una risposta ed infatti sento solo quel rumore sordo di apri-portone elettrico. Nulla più. Chi ha aperto sa perfettamente chi sono, cosa voglio  e non ha bisogno di chiedermelo.
L’atrio e buio, disadorno e freddo. Mi aspettano due rampe di scale. Le luci fioche ed alcune lampade fulminate fanno quei 20 scalini ancora più pesanti da salire. Faccio fatica, molta fatica ma devo farli tutti e velocemente. Tutto ciò deve finire alla svelta.
Vorrei tornare indietro, scappare via e dimenticare tutto ma non posso. Devo andare fino in fondo e fare quello che dovevo fare fin dall’inizio.

OK, faccio quegli scalini due alla volta fino al porta. È spalancata.

Mi accoglie un sorriso forzato dalla situazione, un biondo forzato dalla chimica, una quarta forzata dal bisturi.
Non è lei che voglio ma è da lei che devo inizialmente passare. Le domande sono le solite, di rito. Rispondo, accetto e soprattutto pago. Sapevo e forse è meglio così. Meglio pagare, pagare un po’ di più per avere la precedenza, per far prima per scegliere il meglio.
Per un attimo dimentico perché sono li. Certo, l’ambiente circostante aiuta. Bello accogliente, un po’  “Kitsc arancia meccanica style” anni ’70 ma tutto sommato bello. Sulle pareti riproduzioni di Andy Warhol, sculture di forma vagamente “fallica”, piccoli cactus in vasetti sparsi qua e la, nel lungo disimpegno.

ma son ancora nervoso, molto nervoso, terribilmente nervoso.

Percorro tutto il disimpegno e mi accomodo in una sedia, proprio li, di fronte ad una porta chiusa.
Quella è porta che mi separa da lei. 
Non ho nemmeno il tempo di pensare e la vedo aprirsi.

“Antonello?”
“Si, sono io”
“Entri e chiuda la porta”

Non c’è stato il tempo di incrociare gli sguardi, forse.
Forse non c’era la volontà e nemmeno la voglia di guardarsi in faccia. Forse non serve.
Lei è veramente carina, non mi aspettavo così tanto. Il suo fare, terribilmente “professionale”, mi innervosisce ulteriormente. Le sue domande senza rivolgermi lo sguardo, mentre prepara tutto, rende tutto più difficile, più complicato più surreale ma non potevo aspettarmi altro. Anzi, la sua professionalità dovrebbe tranquillizzarmi. Invece così non è.

Sono nervoso, molto nervoso, terribilmente nervoso.

Inaspettatamente, ad illuminare la stanza, è un suo sorriso. Sorride mentre spiego, impacciato, il motivo del perché sono li. Per un attimo la tensione scema. Ne approfitto e, di mia iniziativa, mi siedo sul lettino.

… iniziamo …

Mi tiro giù i pantaloni fin sotto le ginocchia mentre lei mi invita a sdraiarmi sul lettino. 
Mi sdraio senza pensarci un attimo. 
Lei spegne la luce. La stanza è illuminata solo dallo schermo di un computer li vicino a noi. Lei afferra un flacone trasparente, lo apre e mi spalma addosso un gel, freddo ma piacevole.

… continuiamo …

Muove dolcemente la mano mentre spalma quel gel.
“ ma qui è durissimo! Mamma mia quanto è duro! Sono anni che faccio questo lavoro ma non ho mai visto una cosa così”

Sono nervoso, molto nervoso, terribilmente nervoso… ma lei, finalmente, mi tranquillizza.


Prima con un sorriso e poi con una frase che, finalmente, rompe il ghiaccio…



“Una CONTRATTURA AL VASTO LATERALE cosi grossa non l’avevo mai vista in vita mia. Si, vabbè, stiramenti, strappi di alcuni centimetri sono cose molto gravi ma, già affondando lo strumento dell’ecografo sul vasto laterale, mi son resa conto da subito che la contrattura era veramente grande. Ma che hai fatto? Hai girato, come un criceto in pista per 2 ore??? Ti consiglierei dei miorilassanti per intramuscolo, stretching e farti massaggiare bene da un fisioterapista. Sei fortunato dai: non hai nulla di rotto e la Stramilano, se segui i miei consigli, non te la perdi”


sono rilassato, molto rilassato, terribilmente miorilassato!


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