lunedì 29 aprile 2013

Chia Laguna Half Marathon - Correre in paradiso - di Lello Collu


Sveglia alle 5:45. Un nastro di catrame lungo 60 km mi divide dal paradiso terrestre chiamato Chia. Oggi in programma una delle mezze più belle e più toste della Sardegna. 21 km con i primi 12 con strappi spaccagambe e i restanti 9 a leccarti le ferite se non ci si mette di mezzo il vento. Partenza prevista per le 6:45 e Minnelli che passa in macchina a prendermi assieme a sua moglie che deve fare la 10k non competitiva. Doccia colazione e vestizione. Minnelli mi viene a prendere alle 7:00 perché, come previsto si perde a Uta city (e con tutti i sensi unici “ad minkiam” che ci sono non è difficile perdersi). 7:40 si arriva in prossimità del Grand Hotel Chia Laguna. Il cielo e terso* una lieve brezza di libeccio sferza la vegetazione mediterranea temperatura ottimale per una mezza bella impegnativa.
Tutto è organizzato per il meglio, qui i soldi fanno la differenza.
Addetti all’organizzazione dei parcheggi, hostess e steward ad ogni angolo che ti indirizzano nella hall dell’hotel dove l’expo allestito fa impallidire il marathon village di Roma. Ti propongono dal massaggio all’assaggio. bibite, integratori, birra (hehehehe), centro massaggi con due belle, ma veramente belle massaggiatrici, ti regalano l’ultimo numero di Runner’s World, esposizione scarpe Diadora grande come un supermarket alimentari e alla fine c’è la consegna del pettorale dove ti danno subito e con calma la maglia tecnica della Diadora che da sola vale il doppio dell’iscrizione.

giovedì 11 aprile 2013

Sono Patrick, e mi piace correre - Di Lello Collu


Ciao  sono Patrick e mi piace correre.
La mia vita, fin da bambino è una corsa continua, tutti i miei amici d’infanzia correvano come me, ma io ero il più veloce. La scuola era distante 6 miglia dal villaggio e tutti i giorni, cartella in spalla attraversavamo la savana per arrivare prima della campanella, ed io ero sempre il primo.

Ricordo la mattina fresca e soleggiata, la mamma, bellissima con quel fazzoletto in testa colorato, aveva sempre un sorriso e ogni tanto anche uno scappellotto, ma era più bella del sole. Mio papà faceva il meccanico in città, andava a lavoro con una vecchia moto rumorosa.
Spesso la sera mi portava a fare un giro. Era divertentissimo. Quella moto era l’unica cosa più veloce di me nel villaggio.
Ricordo il nonno, vero guerriero Masai, passava le giornate a pascolare il bestiame e cantare vecchie canzoni. La sera ci raccontava tante storie di guerra e tribù, leoni, caccia, e feste nel villaggio. Non aveva carezze per nessuno, solo un sorriso simpatico e sdentato. Era l’ultima persona che salutavo la mattina mentre seduto, sempre col suo bastone, scrutava bestiame e orizzonte.
La scuola mi piaceva. Ero molto bravo soprattutto in matematica e scienze. Il nostro maestro ci prendeva a bacchettate nelle mani quando sbagliavamo qualcosa. Quante ne ho prese! Ma mai in matematica e scienze.