domenica 17 marzo 2013

Maratona - di Lello Collu


MARATONA
Maratona è la fredda mattina in macchina verso l’aeroporto, con una valigia piena di paure e di speranze, una canotta da sudare, le amiche scarpe da maltrattare e quello spazio vuoto da riempire con le tue speranze. E’ la voglia di non pensare al traguardo guardando distratto un mare di nuvole perché la tua paura è quella di deludere te stesso.
Maratona è il tacito accordo tra i compagni di avventura. Risate nervose e speranze solo accennate.
Maratona è quel freddo e pallido sole romano che ti accoglie, è la sensazione che non hai mai provato, è il rumore di rotelle sul bitume, è la tristezza di un cartellone pubblicitario ormai sbiadito sul ciglio di una statale, la periferia romana che si sveglia e stancamente si trascina verso un bar o una panetteria.
Maratona è il pianerottolo consumato, un citofono che non funziona e le scale da fare di corsa. E’ il sorriso degli zii che ti accolgono in casa, è il sardo-romanesco che risveglia l’umore, l’abbraccio sincero e quella valigia che ha ancora quello spazio da riempire.

sabato 9 marzo 2013

8 marzo

Corri perché la mattina non è mai presto
I bimbi hanno bisogno del primo sole del mattino
E tu splendi anche col cielo nuvolo.
Corri a tirar fuori la macchina dal garage
E fai qualche manovra in più
Non sei meno brava a guidare, sei solo più prudente di noi.
Corri in ufficio perché sei in ritardo
Il tuo ritardo non è uguale a quello del tuo collega
Anche se i lavoro lo fai uguale.
Corri tra i pini e gli abeti
A te solo è consentito calpestar i prati
Perché è tra prati che corrono i fiori
Corri via dai pugni chiusi
Non illuderti che da quel pugno
Non nascerà mai una carezza.
Corri in ospedale perché tu hai amato soffrire
La paziente attesa di una nuova vita
Non è mai stata dolce come dicono.
Corri a riboccar le coperte
La notte per i tuoi bimbi
Non può aver luna migliore.
Corri che adesso che ti devi riposare
Domani e uguale a oggi

domani nessuno ti dedicherà queste righe.

sabato 2 marzo 2013

L'amico immaginario

Chi non ha mai avuto da bambino un amico immaginario. Il mio non aveva un nome. Era un amico e basta. L’amico immaginario era quello a cui raccontavi tutto, era sempre con te e con lui condividevi i tuoi giochi, i tuoi pensieri. Di lui non ne parlavi con nessuno.
Più tardi scoprì che tutti i miei amici d’infanzia avevano un amico immaginario. Lo scopri in adolescenza quando l’amico immaginario aveva già fatto spazio alla “amica in-VAGINA-ria”. Perché quando hai 18 anni non puoi avere un amico immaginario ma ha bisogno di toccare con mano la cruda realtà. E allora ti imbarcameni tra navi scuola o compagne delle superiori piuttosto “curiose”. Quasi tutte l’immaginazione