martedì 22 gennaio 2013

divagazioni oniriche pre-lunghissimo

Sveglia alle 6:00.



Levataccia per fare il primo lunghissimo di 31/32 km a RG + 15”. Colazione leggera a base di the con fette biscottate e miele. Prevedo di fare un circuitino di 10 Km circa che parte da casa e arriva….. sempre a casa. Non mi voglio portare nulla appresso, carbogel, acqua, ecc…uff troppo ingombranti. Solo due bottigliette di cocacola, poggiate fianco il cancello di casa. Ogni 10 km prevedo di pigliarne  una, di tracannarne un po’ e poi via, nuovo giro nuova corsa. Devo andare con la mente sgombra e bello agile, tranquillo e concentrato. La distanza in testa ce l’ho. Vediamo nelle gambe. Alle 7:00 sento un clacson suonare con insistenza, poi il citofono. E’ Gigi, un collega. Ma che ci fa qui a quest’ora? Gigi e un ragazzone di 175 cm palestrato, grosso come un armadio. E’ talmente grosso che la sua Smart oltre che come mezzo di trasporto la usa anche come gilet! Scendo con le mie brave bottigliette. “: dai Sali” mi dice. : “oggi ci facciamo una bella gara di cross. Dai

giovedì 17 gennaio 2013

Boavista, 05 dicembre 2012. Osare l’impossibile.


(Racconto scritto da Tullio Frau, atleta totalmente cieco e presente nel blog Correre con Antonello Vargiu dell'atleta e amico Antonello Vargiu).

L’aereo si posa dolce sulla pista dell’aeroporto di Boavista, un clima soleggiato tiepido e leggermente ventilato ci accoglie con piacere. Gli occhi dei podisti sono tutti luccicanti per il desiderio di incominciare la sfida, 150 km in un paradiso che ancora resiste agli attacchi del progresso.
“Ciao Pier! Che bello rivederti, eccoci qui!”. Lui con un sorriso pulito e sincero ci accoglie e ci accompagna nel nostro alloggio. L’isola di Boavista, collocata nel fianco occidentale dell’Africa,  fa parte dell’arcipelago di Capoverde sull'oceano atlantico. Il clima è meraviglioso, tutto profuma di semplicità e tranquillità. I pochi abitanti ormai sono abituati a vedere in questo periodo i podisti, anzi i pochi ultramaratoneti arditi che osano cimentarsi in una gara come questa, una trail tra le più  dure al mondo che però vale la pena affrontare.
8 dicembre, sono le 7 del mattino, sulla linea di partenza siamo tutti pronti al via. Io sono lì con tutti gli altri, uno dei pochi fortunati a poter affrontare un’impresa simile, in 41 solamente abbiamo avuto il coraggio di accettare questa sfida.