Notte insonne a lavoro, 3 ore di
sonno la mattina, non è la condizione ideale per provare a fare una gara
decente. Penso a far divertire i “Runnerini” della squadra giovanile della Pol.
Uta 2000, quasi tutti esordienti A,B e C e alla mia gara penserò più tardi.
Qui arte e natura sono di casa.
260 “Murales” sparsi per tutto il
centro, frutteti, pesche, fiori e miele.
In questo contesto si svolge la
gara di sabato. Un circuito da 1300 metri circa, da percorrere più volte. 3 giri per le donzelle, 4 per i
maschietti da 50 natali in su e 5 giri
per il resto degli atleti.
Si “criceta” appunto nel centro
storico. Ad ogni angolo murales, istallazioni artistiche, scritte su muri in
blocchetti coperte da un debole biancone, piazze con sculture che ricordano la
principale attività agricola del paese. Pesche ed agrumi enormi da raggiungere
ed aggirare tra curve
a gomito e vicoli stretti e colorati.
Bello , suggestivo, emozionante. In
gara non vedi una mazza di tutto questo, quindi provo a godermi il
contesto da
fermo.
Aspetto la chiamata dei bambini
per la loro gara e mi colpisce una scritta nel muro di fronte, a 20 metri dal
traguardo.
Scopro poi che una poesia, mai
pubblicata, dello scrittore Francesco Jovine.
Poesia di Jovine |
Quant’è che non mi guardo allo
specchio? Forse da quando il mio rasoio ha la meglio sui capelli bianchi? Forse
si.
Questa è la ricetta dell’immortalità:
eliminare e capelli bianchi e non guardarsi mai allo specchio. Mi sento immortale e, in questo contesto, anche un artista. Farò della mia gara un capolavoro. Sarà la pennellata finale
del più bel murales del paese. Beh, forse.
Il volo della "pippa 3.0" |
In effetti non sono andato poi così tanto male. Dopo una
partenza in sordina son riuscito a rompere il fiato e fare una gara dignitosa. Tra
il tifo dei ragazzi e i "cazziatoni" del coach ad ogni giro, chiudo i 6 km e 900
metri in 26’ e 50”. Buono, anzi ottimo.
Ma la pennellata finale non l’ho data
di certo io.
Tommaso è un esordente C. classe
2007 sorriso simpatico e tanta voglia di divertirsi.
Bello concentrato segue, con aria
un po’ arrogante, il giudice di gara alla partenza dei 300 metri. Qualcuno mi
chiede se è la nostra mascotte. La mia risposta non credo sia stata abbastanza arrogante,
o forse si. “le mascotte delle squadre di solito sono degli animali. Lui non è
un animale. Quindi non è la nostra mascotte”.
Sentiamo in lontananza lo sparo
dello start. Arrivano tutti i bimbi e, tra spinte e gomitate, si infilano verso
l’arrivo che è un imbuto dove tutti si fermano tra gli spintoni. Poi, un po’ più
attardato un bimbo con la faccia triste e poi Tommy, sempre con quella faccia
da schiaffi e, con un sorriso, si infila anche lui nell’imbuto a ritirare la
meritata medaglia ed il buono gelato.
Oggi Giulio, il coach dei bambini,
mi confida che dopo la partenza, un bimbo in gara inciampa e cade. Tommy si
preoccupa dello stato di salute del compagno/avversario e da li non si muove
fino a quando non lo vede in piedi e in grado di competere con lui per
completare quei 200 metri che li separano dall’arrivo.
Li, dietro quella curva ci siamo tutti
persi il “murale” più bello, il capolavoro.
Solo la pennellata finale è
arrivata al pubblico in prossimità dell’arrivo
Eccola qui
Nessun commento:
Posta un commento