Ho vinto “Uta Corre!”
Ero nervoso, emozionato,
impacciato.
Ma poi ho vinto.
Ho vinto dando tutto, assieme a
tutti.
Ho vinto contro tutto e contro
tutti.
Ho messo la maglia nuova,
appuntato il pettorale e guardato i miei compagni.
Ho aspettato che lo speaker mi
chiamasse.
Ho dato tutto alla partenza e
rallentato all’arrivo, sono caduto e mi son rialzato.
Ho visto quell’arco azzurro e mi
sono emozionato tantissimo.
Ho sentito le urla della gente
che mi incitava, ho alzato le braccia al cielo.
Ho pianto per la sconfitta e
gioito per la vittoria.
Ho baciato la medaglia e tirato su la coppa.
Ho ringraziato chi mi ha dato sostegno,
chi mi ha aiutato, chi mi ha allenato e chi, a questa festa mi ci ha portato.
Ho ringraziato anche chi, con la
sua invidia mascherata da indifferenza, per un mese mi ha “gufato”.
Vedi gufo: Io ho vinto e tu hai
perso!
Ho realizzato un sogno, nato tra
i coni e i cinesini, tra gli ostacoli e le gare a staffetta, tra il caldo e la
polvere, tra la pista e l’erbetta.
Grazie Anna, Claudia, Federico,
Lorenzo, Niccolò, Jacopo, Francesco, Daniele, Jarno, Mirko, Alessandro,
Francesco, Davide, Filippo.
Oggi, grazie a voi
ho vinto “Uta Corre!”
Ovviamente ringrazio la
Polisportiva Uta 2000 che mi hanno supportato in questa bella avventura. Ringrazio il coach Giulio, che i bambini
adorano. Ringrazio Andrea che mi ha “acceso la lampadina” e, con la sua
esperienza e i suoi suggerimenti, mi ha motivato tantissimo. Ringrazio tutti i
genitori. In questo mese sono stati fondamentali per la riuscita del progetto “Uta
corre Junior”. L’entusiasmo dei bimbi in gara e il tifo dei genitori è stato
emozionante.
Quanto alla mia gara (che non è
stata il massimo come esempio per i bimbi!), anche quella ha un suo perché.
Da quando è nato il progetto “settore
giovanile”, ho deciso di lavorare perché il tutto riuscisse alla perfezione. Ed è per questo che ho deciso di non
accontentarmi. Doveva essere un successo e non un “mezzo successo” (che poi,
chi ti osteggia, fa di tutto per pubblicizzarlo come “mezza sconfitta”). Tutto doveva
essere perfetto, ed infatti è stato tutto perfetto, anche il mio ritiro dopo 3
km.
Ho deciso di non accontentarmi di
mezze vittorie (o mezze sconfitte). Per vincere non voglio
accontentami ma provare e riprovare. Ritirarmi e riprovare ancora, guardare sempre
avanti. Perché come diceva Andrea Pazienza, “non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa”.
Lello Collu
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