martedì 1 luglio 2014

ho vinto "Uta Corre!"

Ho vinto “Uta Corre!”

Ero nervoso, emozionato, impacciato.
Ma poi ho vinto.
Ho vinto dando tutto, assieme a tutti.
Ho vinto contro tutto e contro tutti.
Ho messo la maglia nuova, appuntato il pettorale e guardato i miei compagni.

Ho aspettato che lo speaker mi chiamasse.
Ho dato tutto alla partenza e rallentato all’arrivo, sono caduto e mi son rialzato.
Ho visto quell’arco azzurro e mi sono emozionato tantissimo.
Ho sentito le urla della gente che mi incitava, ho alzato le braccia al cielo.
Ho pianto per la sconfitta e gioito per la vittoria.
Ho baciato la medaglia e tirato su la coppa.
Ho ringraziato chi mi ha dato sostegno, chi mi ha aiutato, chi mi ha allenato e chi, a questa festa mi ci ha portato.
Ho ringraziato anche chi, con la sua invidia mascherata da indifferenza, per un mese mi ha “gufato”.
Vedi gufo: Io ho vinto e tu hai perso!
Ho realizzato un sogno, nato tra i coni e i cinesini, tra gli ostacoli e le gare a staffetta, tra il caldo e la polvere, tra la pista e l’erbetta.
Grazie Anna, Claudia, Federico, Lorenzo, Niccolò, Jacopo, Francesco, Daniele, Jarno, Mirko, Alessandro, Francesco, Davide, Filippo.

Oggi, grazie a voi

ho vinto “Uta Corre!”





Ovviamente ringrazio la Polisportiva Uta 2000 che mi hanno supportato in questa bella avventura. Ringrazio il coach Giulio, che i bambini adorano. Ringrazio Andrea che mi ha “acceso la lampadina” e, con la sua esperienza e i suoi suggerimenti, mi ha motivato tantissimo. Ringrazio tutti i genitori. In questo mese sono stati fondamentali per la riuscita del progetto “Uta corre Junior”. L’entusiasmo dei bimbi in gara e il tifo dei genitori è stato emozionante.



Quanto alla mia gara (che non è stata il massimo come esempio per i bimbi!), anche quella ha un suo perché.
Da quando è nato il progetto “settore giovanile”, ho deciso di lavorare perché il tutto riuscisse alla perfezione. Ed è per questo che ho deciso di non accontentarmi. Doveva essere un successo e non un “mezzo successo” (che poi, chi ti osteggia, fa di tutto per pubblicizzarlo come “mezza sconfitta”). Tutto doveva essere perfetto, ed infatti è stato tutto perfetto, anche il mio ritiro dopo 3 km.
Ho deciso di non accontentarmi di mezze vittorie (o mezze sconfitte).  Per vincere non voglio accontentami ma provare e riprovare. Ritirarmi e riprovare ancora, guardare sempre avanti. Perché come diceva Andrea Pazienza, “non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa”. 

Lello Collu




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