Correre, pensare, scrivere.
È grazie a questa formuletta
molto semplice, ho deciso di creare il mio blog.
Citare aforismi altrui, anche se
da fonti autorevoli è una cosa che detesto fare.
Se devo scrivere cazzate,
preferisco formularmele in casa. Anche perché, correndo hai molto
tempo per pensare, riflettere, ragionare e sragionare. Che sia ripetuta o fondo
lento, progressivo o lunghissimo la mente
vola, vaga e divaga. Spesso ci si
sofferma sul senso del gesto sportivo che si sta facendo e quali siano le reali
motivazioni che ti spingono a farlo.
Scappi dalle tue paure o rincorri
un sogno?
Lo fai solo per migliorarti o
devi vincere una sfida?
Quali sono i tuoi limiti?
Chi è il tuo avversario?
Chi vuoi essere quando corri?
E quando l’allenamento volge al
termine ti soffermi per un attimo e ti rendi conto che i sogni sono li a
portata di mano, le tue paure possono solo calpestare la tua ombra perché sono
molto più lente di te.
Ti rendi conto che la più grande
vittoria è quella che realizzi tutti i giorni. È uscire di casa con indosso canotta,
pantaloncini e scarpe da running. Quando arrivi stremato sotto casa ti rendi
conto di essere sempre migliore di quando sei partito.
Ti rendi conto che i tuoi limiti
sono solo ologrammi che la tua testa crea di volta in volta e, sempre la tua
testa ti consente di superare.
Ti rendi conto che l’asticella,
anche se è sempre più alta, che sia Fosbury o ventrale, la superi e, sempre
ogni volta come un bambino ti stupisci di averlo fatto. Anche questa volta hai battuto
te stesso.
Ti rendi conto che, ogni volta
che corri, sei sempre te stesso ma torni bambino.
Penso anche, ogni volta che butto
sulla tastiera alcuni miei pensieri, così profondi, di essere un fottutissimo
presuntuoso.
Macchè aforismi altrui. Frasi di
Mennea, della Dorio, di Zátopek… roba da bimbiminkia senza personalità che si
attaccano, come parassiti ai pensieri altrui.
Io sono di un’altra pasta. Io corro,
penso e scrivo!
Capita pero, mentre vai a
curiosare sul social network di Zuckerberg (del quale non citerò mai alcuna sua
frase), di leggere un post Di Andrea. Andrea, oltre che ad essere un fortissimo
atleta è un allenatore formidabile e un gran trascinatore, specie con i
giovanissimi.
Nel suo post compare la pagina di un diario. Il
diario di un suo atleta. La gafìa e semplice, lineare e ordinata. È quella di un
ragazzo o di una ragazza molto giovane. Il contenuto dello scritto?
Tre frasi, tre citazioni, tre
aforismi.
Frasi che probabilmente trovate facilmente in
rete “lavorando di Google”. E sempre lavorando di “cut and paste” potete facilmente
trasferire nella barra di stato di Facebook facendo un gran figurone nella
cerchia degli “amici”.
Ho letto attentamente quelle tre
frasi.
Ho letto una pagina di un diario,
dei quadretti, una biro (che non ha ne tasto destro, ne sinistro), una bella
grafia e tanta pazienza per scriverla.
Ho letto passione e
determinazione, sacrificio e sudore, gioia e personalità.
Ho letto la consapevolezza di
essere più veloce delle proprie paure e che quel sogno è sempre più vicino.
Ho letto la voglia di migliorarsi
e la fame di sfide.
Ho letto la forza di superare i
propri limiti e la speranza di stupirsi ogni volta.
Ho letto la voglia di rimanere
bambini.
Ho promesso ad Andrea di mettere questo post in rete e condividerlo
(anche se sono sempre un fottutissimo presuntuoso) con i miei amici.
Lo faccio, ma a modo mio.
Running, thinking, writing… e
così, ogni volta che preparo una gara, ad ogni allenamento mi ronza in testa una
frase, una frase che mi da forza e determinazione per provarci. Provarci
sempre.
“Vale la pena corre un rischio? Vale
comunque la pena correre”
Spero, prima o poi di vederla citata in rete. Sarebbe una bella soddisfazione.
Ma se un giorno la vedessi scritta in
un diario con la biro blu ed una bella grafia...
sarebbe la MIA vittoria più grande.
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