mercoledì 9 aprile 2014

Maria

Auguri Maria, auguri di cuore.

Oggi voglio fare gli auguri di buon compleanno ad una bimba, ultima di quattro sorelle, figlia di un padre allevatore, pastore e soldato e una mamma imprenditrice lungimirante e sfortunata. Una bimba con un cuore grande.

È una bella storia quella di Maria.  Una bimba a volte impaurita da quell’omone enorme in divisa, che una volta la prese in braccio per prometterle il soldino per quel dentino cascato. Quel dentino, recuperato dal
morso di una mela e nascosto in un forellino del muro di fango nel cortile di casa. Quell’omone era suo padre, due guerre e un proiettile che uscì miracolosamente dalla spalla senza crear danni.

Maria è anche quella dodicenne che, per paura delle bombe, cadde per terra e arrivò a casa della sorella, terrorizzata dalla guerra e con le ginocchia insanguinate. E quando le bombe erano tante si chiudeva nel rifugio con la mamma, mentre il papà, quando era presente, vigilava il negozio per cacciare gli sciacalli.

Finita la guerra Maria è già una ragazza dagli occhi dolci e impauriti, occhi e cuore solo per lui, bello, biondo e onesto: Pasquale.
Belli, ingenui e spensierati.  Gli anni ’50 sono stati i più intensi per il loro giovane amore.
Non ci son soldi per sposarsi subito. Piano piano ci si fa la casa poi, già donna di 30 anni, prima sposa e poi subito mamma. 3 bimbi in 5 anni.
Il “boom” economico consente a Maria e Pasquale, seppur con alti e bassi, di vivere una vita dignitosa. La famiglia, le festività le ricorrenze Maria le vive sempre con quel piglio, con quel cuore da ragazzina. Un cuore grande.

I figli sono ormai grandi e Pasquale è prossimo alla pensione. Maria non si aspettava un colpo così duro. Una malattia, la più bastarda, impietosa, incurabile porta via Pasquale. Di anni ne aveva sessanta ed è scomparso troppo presto, troppo in fretta.   
Quella bimba che nasconde il dentino, che scappa delle bombe, che sale sulla vespa non c’è più. I suoi indumenti sono tutti neri e si guarda intorno nel tinello di casa a fissare una foto, un ritratto, una giacca e un posacenere. Gli rimane solo il cuore, quel cuore grande solo per gli altri.
Ora tocca a quei ragazzi far reagire Maria. Poi tante avventure e disavventure. Maria non si fa mancare niente. Pure un alluvione che la costringe ad abbandonare la casa in piena notte, recuperata dai vigili del fuoco, e dormire nel municipio del paese. È inutile, Maria è troppo forte per farsi abbattere da queste cose. Cosa vuoi che sia un alluvione? Non è mica una guerra! Tanta tempra e tanto cuore le basta per rimettere la casa in ordine e ricominciare da zero.
Maria ora vive sola in casa. È autosufficiente ma gli acciacchi dell’età si fanno sentire. Quasi tutti i giorni la vado a trovare. Ha tanto da  dire, da raccontare e da fare. La spesa, le visite dal medico, la messa e le chiacchiere con le vicine. Ma lei ha sempre avuto un cuore grande e pensa sempre ai figli e ai nipoti.
Spesso la sgrido perché spesso non pensa a se stessa ma si preoccupa sempre degli altri.
A dir la verità la sgridavo. Ora non lo faccio più.
A volte per capire certe cose non è sufficiente fermarsi alle apparenze. Bisogna guardarle dentro, dietro.
Perché quanto guardi una foto di tua madre giovane te ne innamori e non stacchi lo sguardo dai suoi occhi e dal suo sorriso.  Non pensi a voltare la foto. Ma quando decidi di scansionare la foto, sei obbligato a farlo.
Quello che leggi nel retro e una conferma.


Maria: Ce ne son voluti 80 di anni per voltar la tua foto e guardarla dietro.



              Auguri Maria, il mio cuore è tuo.

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