mercoledì 3 luglio 2013

Il richiamo della natura - Lello Collu







chiesa campestre S. Lucia Uta
Questa domenica ci si sveglia presto. Sono le 7 ed i bimbi sono ancora a letto. Non so ancora che tipo di allenamento fare stamane. Non ho schede da seguire ne gare da preparare. Di stress da scheda o da preparazione, almeno per giugno e luglio ne voglio fare a meno  ma le sensazioni sono ottime e oggi l’unica certezza e che voglio farmi un bel collinare, magari su sterrato.
La squadra non la sento da tempo immemore e il Socio (Minnelli) è diviso tra lavoro e famiglia che sta su nel nord Sardegna.
Il tragitto è in forse fino all’ultimo ma la partenza, per un buon collinare fuori bitume è ormai certo: Chiesa campestre di S. Lucia.


Sono le 8:30, la temperatura è di 20 gradi circa, tra un po’ salirà parecchio ma non me ne preoccupo. Il tracciato sarà in mezzo alla foresta dell’oasi WWF e di percorsi ombreggiati ce ne sono parecchi.
Breve sessione di stretching e si parte. Dalla chiesetta alla reception dell’oasi  si percorrono 3 km e mezzo. 1,5 di asfalto e poi di sterrato piuttosto sconnesso come fondo. La salita per il primo km e piuttosto dolce poi si alternano continui strappi impegnativi, brevi  falsopiani e brevissime discese che comunque, per il momento non affaticano ne rallentano un passo tranquillo e rilassato.

Tre km sono brevi e mi ritrovo subito nell’area di accoglienza dell’Oasi WWF “Monte Arcosu”.
La Riserva di Monte Arcosu o Oasi di Monte Arcosu, è un'area protetta di proprietà del WWF Italia, ubicata in Sardegna. Fra le oasi naturalistiche del WWF è la più estesa in Italia, con 3600 ettari di superficie, di cui 3000 acquisiti nel 1985 e altri 600 nel 1996.
La finalità prioritaria della riserva è la salvaguardia del Cervo sardo e del suo habitat naturale. L'interesse naturalistico di quest'oasi si estende tuttavia ad altri esemplari della fauna, alla flora, al paesaggio. Nell'insieme, la riserva di Monte Arcosu s'integra in un'area di 30-35.000 ettari, che ospita la più vasta estensione di macchia, macchia-foresta e foresta mediterranea d'Europa.
Le infrastrutture della riserva comprendono due centri visite e una foresteria, itinerari didattici differenziati e recinti faunistici per scopo didattico.” (fonte Wikipedia)
L’area è denominata “Sa canna” e da li partono tutti i sentieri che si inerpicano nella foresta. Tutto è ben segnalato da cartelli chiari e leggibili. L’area è gestita dalla cooperativa “il caprifoglio” http://www.ilcaprifoglio.it/ . In prossimità della reception c’è anche una sala dove e raccolta una bella
presentazione relativa alla flora, fauna e geologia dell’area. Tutto e ben presentato con teche, foto, e riproduzioni del sottobosco con pure gli insetti.
L’ingresso all’area, escluso i residenti è a pagamento. Runners e MTB di solito entrano gratis ed infatti, al mio passaggio l’addetto alla reception mi saluta cortesemente e proseguo oltre la sbarra. 100 metri più avanti la prima area di osservazione.
Daini e cinghiali al punto di osservazione
Una rete metallica ed un muro in legno con delle piccole finestrelle di osservazione separa la strada dalla foresta. Li, daini e cinghiali, abituati alla presenza dei turisti sostano in attesa che qualcuno “allunghi” del cibo che gradiscono senza alcuna paura, protetti dalla recinzione metallica. Quest’anno pero è assolutamente vietato dar da mangiare agli  animali poiché, abituati a questa brutta abitudine dei turisti, giusto per qualche foto, non si addentravano più in foresta per procurarsi il cibo. Adesso la cooperativa, oltre il divieto, si preoccupa di somministrare del cibo in orari precisi ma sempre più raramente con l’obiettivo di riabituare i daini “abitudinari della zona” a entrare in foresta un po’ più spesso.
piccolo barbecue...
La corsa si fa più impegnativa. Percorro il quarto km ed il fondo è sempre più sconnesso ed alternato da guadi ormai asciutti a fine giugno. Il percorso si fa molto più tecnico e assai più divertente.
Al 5° km ci son già le prime aree picnic ben attrezzate di tavoli, sedie in legno, barbecuè ad ogni angolo realizzati in pietra e perfino la raccolta differenziata dei rifiuti. La strada è ben ombreggiata e la vegetazione mi protegge da un sole ormai alto e sempre più caldo.
differenziata
Sesto e settimo km vanno lisci nonostante qualche strappetto mi costringere a calare come ritmo, il passo è tranquillo e mi godo il percorso senza alcuna pressione di ritmi da tenere e medie da
rispettare. Al settimo km, subito dopo l’area picnic “Su Tragu” una lunga salita di un km mi costringe a rallentare il passo. La salita de “su Tragu” è un bel parco giochi per ciclisti e runners. Non ti da mai tregua ad eccezione di 2 brevissimi tratti di falsopiano in prossimità di un tornante. Per il resto sei costretto a spingere sulle gambe (o sui pedali) pena piantarti inesorabilmente. La fine della salita è proprio di fronte ad un  punto di osservazione chiamato
inizio salita "su Tragu"
da noi “la panchina”. Alla fine del tornante, nel punto di osservazione hai di fronte un bellissimo canyon con una fitta vegetazione mediterranea e tu, stai nel punto più alto. Con  un po’ di fortuna (ed un po’ di silenzio) si possono osservare sull’altro versante del canyon, i cervi saltare da una roccia all’altra.
vista dall'area di osservazione "la panchina"
 La strada porta, al quattordicesimo km circa al cuore dell’oasi nella località "perdu Melis" dove si può alloggiare in foresteria e tra breve sarà presente anche un piccolo ristorante (già operativo nella zona ingresso). Il tragitto è l’ideale per un bel lungo, ma oggi non è in programma e decido di tornare indietro.
Comunque tengo duro e “su Tragu” lo percorro senza piantarmi o camminare (non sia mai per un bitumatore come me!) ma spingendo fino alla fine.
io e i miei "cugini" corsi
Bene, ho scollinato e sono all’ottavo Km. E ora di tirar fiato e macchina fotografica e godermi la discesa per documentare tutto quello che vi ho raccontato.
Le aree picnic, i daini e i cinghiali, la foresteria a “sa Canna” e l’area circostante. Ho perfino avuto il tempo di fare una foto con due simpaticissimi turisti Corsi che si apprestavano a percorrere un sentiero ben attrezzati di bastoncini e zaini. Alcune foto relative alla preparazione del cumulo di legna per fare il carbone artificiale, e
l'albero della morte
“l’albero della morte” dove ci sono appesi tutti i lacci in cordicella d’acciaio piazzati dai bracconieri per la cattura dei cinghiali ed i cervi e recuperati dalla forestale.

La discesa fino a S. Lucia scorre tranquilla, conscio di aver fatto un ottimo allenamento in perfetto stile “antibitume”, un collinare bello impegnativo e divertente e una bella gita da rifare sicuramente in compagnia.

Ma l'allenamento migliore e il rammentarmi continuamente che questo paradiso è a due passi da casa e troppo spesso ci dimentichiamo che bastano pochi km in auto per godersi questo paradiso.

Buone corse a tutti!

Lello Collu


dom, 30 giu 2013 8:34 aggiunta da roan90

1 miles1 km
© 2013 Nokia© 2013 Microsoft Corporation
Distanza:
16,12 km
Ora:
1:27:06
Passo medio
5:24 min/km
Tipo di attività:
Corsa su sentiero
Calorie:
992 C
Aumento di quota:
274 m
Tipo di evento:
Allenamenti
Percorso:
--

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