Auguri a tutti.
Auguri a chi apparecchia con la tovaglia cerata, i
tovaglioli di carta e i piatti di plastica, a chi si gusta una birra di fronte a una
fumosa grigliata o ad uno spiedo che
gira.
Auguri a chi si mette vestiti comodi e festeggia in
compagnia di amici e parenti.
Auguri a chi si mette l’abito buono e si concede una sera in
ristorante con ostriche e champagne, trenini di samba e auguri a sconosciuti.
Auguri a chi odia lenticchie e cotechino, a chi si ammazza
di antipasti e chi preferisce i secondi.
Auguri a chi odia quel maleducato panettone, dove l’uva
passa e nemmeno saluta, chi ama i canditi anche se non hanno mai sentito
abbaiare nemmeno una falange.
Auguri a chi, come me sta in casa con una tonsillite di sei
anni e mezzo e 4€ per un cartone in primafila. E poi alle dieci e mezza tutti a
nanna con mamma e tachipirina.
Auguri a chi ha passato il pomeriggio a sudare quegli ultimi
km con il cronometro al polso e la forza di non fermarsi.
Auguri a chi si è fermato, a chi si è infortunato e chi è
appena guarito.
Auguri ai botti, ai cani e ai gatti. Alle falangi volate
come uccelli spaventati. Ai medici assonnati e ai genitori disperati.
Auguri agli italiani scappati, a quelli che vorrebbero
scappare e quelli che vorrebbero tornare.
Auguri a quegli italiani mancati a quegli ”stranieri” in
casa propria figli di una ius soli mai
concepita.
Auguri a chi non fa gli auguri, a chi non vuole festeggiare,
a chi non può festeggiare.
Auguri a chi si cerca un cartone e un angolo in stazione. A chi
aspetta un treno e chi, ancora con le valigie di cartone torna a casa con il
groppo ed il magone.
Auguri a chi odia le rime, a chi cerca uno stile e a chi
scimmiotta con stile. A chi segue i primi e chi invece li sfida.
Auguri ai nonnetti parlanti, con volumi bassi e voce fuori
sincrono, a quelli che dedicano ai loro nipoti venti minuti all'anno, su una
poltrona a parlare di nulla.
Auguri a chi si mette
in gioco e a chi si ritira, a chi vince e a chi perde, a chi ci crede e a chi
non crede più a nulla.
Auguri a chi legge queste due righe. Auguri a chi invece non
le leggerà, per noia, superficialità o paura.
Auguri a tutti, ma proprio tutti.
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