mercoledì 1 gennaio 2014

Auguri

Auguri a tutti.
Auguri a chi apparecchia con la tovaglia cerata, i tovaglioli di carta e i piatti di plastica,  a chi si gusta una birra di fronte a una fumosa grigliata  o ad uno spiedo che gira.
Auguri a chi si mette vestiti comodi e festeggia in compagnia di amici e parenti.
Auguri a chi si mette l’abito buono e si concede una sera in ristorante con ostriche e champagne, trenini di samba e auguri a sconosciuti.
Auguri a chi odia lenticchie e cotechino, a chi si ammazza di antipasti e chi preferisce i secondi.
Auguri a chi odia quel maleducato panettone, dove l’uva passa e nemmeno saluta, chi ama i canditi anche se non hanno mai sentito abbaiare nemmeno una falange.
Auguri a chi, come me sta in casa con una tonsillite di sei anni e mezzo e 4€ per un cartone in primafila. E poi alle dieci e mezza tutti a nanna con mamma e tachipirina.
Auguri a chi ha passato il pomeriggio a sudare quegli ultimi km con il cronometro al polso e la forza di non fermarsi.
Auguri a chi si è fermato, a chi si è infortunato e chi è appena guarito.
Auguri ai botti, ai cani e ai gatti. Alle falangi volate come uccelli spaventati. Ai medici assonnati e ai genitori disperati.
Auguri agli italiani scappati, a quelli che vorrebbero scappare e quelli che vorrebbero tornare.
Auguri a quegli italiani mancati a quegli ”stranieri” in casa propria figli di una ius soli mai concepita.
Auguri a chi non fa gli auguri, a chi non vuole festeggiare, a chi non può festeggiare.
Auguri a chi si cerca un cartone e un angolo in stazione. A chi aspetta un treno e chi, ancora con le valigie di cartone torna a casa con il groppo ed il magone.
Auguri a chi odia le rime, a chi cerca uno stile e a chi scimmiotta con stile. A chi segue i primi e chi invece li sfida.
Auguri ai nonnetti parlanti, con volumi bassi e voce fuori sincrono, a quelli che dedicano ai loro nipoti venti minuti all'anno, su una poltrona a parlare di nulla.
Auguri a  chi si mette in gioco e a chi si ritira, a chi vince e a chi perde, a chi ci crede e a chi non crede più a nulla.
Auguri a chi legge queste due righe. Auguri a chi invece non le leggerà, per noia, superficialità o paura.

Auguri a tutti, ma proprio tutti.

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